28 aprile 2015

Eresie attuali anche in seno ai credenti cattolici. 2° Parte

Eresie attuali  - Parte II°

Desidero elencare alcune eresie che potrebbero essere inconsapevolmente credute anche da chi si dice cattolico, apostolico.
In questa seconda parte, vi sono alcune di epoca protestante, ma che possono aver condizionato il pensiero di qualche cattolico odierno.
Chiediamo luce allo Spirito Santo.

Le descrizioni sono tratte in parte da eresie.it

Giansenismo:

Jansen pensava che l'uomo fosse irrimediabilmente corrotto e indotto al male dalla concupiscenza, trasmessa in maniera ereditaria anche ai bambini innocenti, e, nonostante il libero arbitrio, l'uomo non era capace altro che di peccare: quindi, senza la grazia divina, per l'uomo era impossibile obbedire ai voleri divini.
All'atto della creazione, Dio aveva dotato Adamo di una grazia "sufficiente",  ma l'uomo l'aveva persa per sempre a causa del peccato originale. In seguito Dio aveva deciso di donare, con una scelta che non poteva, e non può, essere compreso da parte dell'uomo, la grazia "efficace" (a vincere il peccato) solo ai predestinati, giustificati per fede, ma anche, contrariamente al credo protestante, grazie alle opere buone. 
 Per il giansenismo, invece, la grazia e la volontà dell'uomo giusto si compenetravano in maniera tale che la volontà diventava parte della divinità stessa.
La teologia, sostanzialmente pessimista, del giansenismo si rifletté soprattutto nella sua moralità, piuttosto severa e rigorosa, in contrasto con il cosiddetto lassismo dei gesuiti.


Luteranesimo:

La dottrina di Lutero si riassume nelle tre citazioni: sola fide (l'uomo ottiene la propria salvezza solo con la fede, e non con il suo agire o le sue opere), sola gratia (la fede è un esclusivo dono della grazia di Dio) e sola scriptura (la fede trova il suo fondamento solamente nella Parola di Dio, la Sacra Scrittura, e non già nella sua interpretazione, nella mediazione da parte del Magistero della Chiesa o nella Tradizione storica). 
Il rifiuto della Tradizione porta i luterani ad accettare solo due sacramenti, il battesimo e l'eucaristia, poiché sono gli unici direttamente citati dai Vangeli. In particolare, per quanto riguarda la Comunione, i luterani credono che vi è la reale e sostanziale presenza del corpo e sangue di Cristo nel pane e vino e che, dopo la consacrazione, le sostanze degli uni e degli altri coesistono in unione tra loro. Questo è definito consustanziazione: nel sacramento eucaristico il pane e il vino al tempo stesso mantengono la loro natura fisica e divengono anche sostanza del corpo e del sangue del Cristo.  Si contrappone alla:
1)  Dottrina Cattolica della transustanziazione, vale a dire la conversione in toto della sostanza del pane e vino nella sostanza del corpo e sangue di Cristo, mantenendo invariato solo l'aspetto esteriore.
2)  Dottrina Zwingliana del simbolismo o valore solo simbolico della Cena del Signore, considerata solo una solenne commemorazione della morte di Cristo, la Sua presenza spirituale ma non la Sua presenza reale.
3)  Dottrina Calvinista (compromesso tra la posizione luterana e quella zwingliana) della Comunione vista come una reale partecipazione alla carne e al sangue di Gesù Cristo, anche se ciò non significa una presenza locale di Cristo nell'Eucaristia, poiché Egli può essere solo in cielo.


Calvinismo:

come Lutero sosteneva la sola scriptura (la fede trova il suo fondamento solamente nella Parola di Dio, la Sacra Scrittura) e la sola fide [l'uomo non può assolutamente concorrere alla propria salvezza: questa non dipende dall'agire umano o dalle sue opere (come, ad esempio le indulgenze), ma si ottiene solo con la fede], ma sostituì la sola gratia (per Sua grazia Dio magnanimo salva l'uomo peccatore attraverso Cristo) con la soli Deo gloria: l'ubbidienza alla volontà di Dio deve essere assoluta, perché Egli è sovrano di tutto il creato e determina il corso degli avvenimenti.
Da questo convincimento derivò la dottrina della predestinazione: Dio, grande ed eterna saggezza, misterioso quindi incomprensibile, ha stabilito che ad alcuni uomini è stata predestinata la vita eterna ed ad altri la dannazione eterna. Ed in particolare alla vita eterna era predestinata, secondo Calvino, la comunità dei santi, di quei fedeli cioè che credevano come un atto di fiducia, che si comportavano rettamente, partecipavano alla vita pubblica, obbedivano alle autorità e desideravano di partecipare alla Santa Cena.
Considerò, come Lutero, validi solo i sacramenti del Battesimo e dell'Eucaristia, che erano testimonianza della grazia di Dio, e non solamente cerimonie commemorative, come preteso da Zwingli. Per il Battesimo, co riuscì a giustificare il battesimo dei fanciulli, in contrapposizione agli anabattisti e senza dover citare la tradizione storica ed il concetto del peccato originale, base della dottrina cattolica sul battesimo.
Per quanto riguardò, invece, il dibattito sull'effettiva presenza di Cristo nell'Eucaristia, Calvino considerò il Sacramento della Comunione come una reale partecipazione alla carne e al sangue di Gesù Cristo, anche se ciò non significava una presenza locale di Cristo nell'Eucaristia, poiché Egli poteva essere solo in cielo. Questa fu un'abile posizione intermedia tra la consustanziazione di Lutero (vi era la reale e sostanziale presenza del corpo e sangue di Cristo nel pane e vino, che tutti i comunicandi ricevevano, che fossero degni o indegni, credenti o miscredenti) e il simbolismo di Zwingli (la Cena del Signore era solo una solenne commemorazione della morte di Cristo, la sua presenza spirituale).

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