11 novembre 2021

LA PREGHIERA È INFALLIBILE? TE LO DICE SAN TOMMASO


Originale da "I tre sentieri"

La preghiera può essere infallibile? Come dobbiamo rispondere a questa domanda? Con un semplice: certamente… e se facciamo sentire anche il punto esclamativo, ancor meglio.

Gesù ha detto che la preghiera è infallibile

D’altronde le parole di Cristo parlano chiaro, né potrebbe essere altrimenti. Cristo è Dio; e Dio non può ingannare. In Marco 11,24, Gesù dice: “(…) tutto ciò che chiederete nella preghiera, credete di ottenerlo e l’otterrete”. Più chiaro di così?

Dunque, la preghiera è infallibile. Ci sono però delle condizioni che la rendono effettivamente tali. San Tommaso d’Aquino ne indica cinque. Esaminiamole singolarmente.

Prima condizione: essere in grazia di Dio

Tutti possono vedersi esaudite le preghiere. Dio ascolta anche le preghiere dei peccatori. Ma indubbio che la preghiera per essere più efficace ha bisogno che chi chiede sia in comunione con Dio. Più si è amici di Dio, più la preghiera diventa efficace. E’ nella logica delle cose.


Seconda condizione: chiedere per sé

Questa condizione può sembrare un po’ incomprensibile. Ma come? Non è bello pregare per gli altri? E inoltre: quante volte la Vergine santissima nelle sue apparizioni più famose ha invitato a pregare per i poveri peccatori? Verissimo. Ma attenzione, qui non si sta parlando dei meriti che procura il pregare per gli altri, ma della sicura infallibilità della preghiera.

Quando si prega per gli altri, si ottengono per questi delle grazie attuali attraverso le quali essi sono chiamati a corrispondere liberamente. Ed è questo il punto: “liberamente“. Per cui non si può sapere se questi riusciranno in tal senso.

Altra cosa, invece, è pregare per sé. Pregare per sé presuppone che si voglia, cioè che si desideri ciò che si chiede; e quindi che si sia già predisposti a corrispondere.

Ovviamente -lo diciamo a scanso di equivoci- questo non significa che non sia importante e necessario (ed anche efficace) il dover pregare per gli altri.


Terza condizione: chiedere secondo la volontà di Dio

Questa è una condizione “principe”. Prima di tutto, bisogna distinguere tra richieste di grazie materiali e richieste di grazie spirituali. Le prime vanno certamente chieste al Signore, ma sotto condizione. Facciamo un esempio, si può chiedere di guarire da una malattia fisica, ma sempre che sia fatta la volontà di Dio. A Dio, infatti, il male fisico non ripugna totalmente e in alcune circostanze può volerlo (per accidens) affinché, attraverso la prova, si possa guadagnare la salvezza dell’anima.

Le grazie spirituali vanno richieste senza alcune condizione. Per esempio: la salvezza dell’anima, l’eliminazione del peccato mortale, ecc… vanno perfino pretese. Dio vuole che le si pretandano: “Cercate prima di tutto il Regno dei Cieli e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta.” (Matteo 6,33).

Dunque, perché la preghiera possa essere infallibile, deve essere sempre conforme alla volontà di Dio

Quarta Condizione: chiedere con fiducia

Bisogna chiedere già avendo la certezza di aver ricevuto. Gesù lo dice chiaramente: “Se aveste fede come un granello di senape, spostereste le montagne.” (Matteo 17,20) Il problema è che la nostra fede non è grande nemmeno come un granello di senape.

Nella vita di don Bosco si racconta questo episodio. Ormai il numero dei ragazzi che il Santo aveva raccolto per strada era troppo grande per ospitarli nella sua iniziale dimora. Allora, senza che avesse i soldi sufficienti, stipulò un contratto per l’acquisto di una casa molto più grande. Un atto di imprudenza? No, un atto di fede. Egli era infatti sicuro che Dio lo avrebbe aiutato in quel progetto che non era per lui, ma per i ragazzi. E infatti quel giorno stesso arrivò da uno sconosciuto benefattore un’offerta che permetteva il pagamento dell’acquisto.

Quinta condizione: chiedere con perseveranza

La perseveranza è necessaria nella preghiera. Per una serie di ragioni.

Primo: perché i nostri tempi non sono i tempi di Dio. Noi desideriamo che tutto si realizzi subito, Dio può preferire l’attesa.

Secondo: perché Dio vuole rendersi conto fino a che punto arriva la nostra costanza e fiducia nella preghiera.

Terzo: perché Dio vuole che si sappiano apprezzare le grazie ricevute. Se esse si ottenessero subito, forse non si avrebbe la capacità di apprezzarle adeguatamente.

Si racconta di due coniugi, sposati ormai da anni, che non riuscivano ad avere bambini. Andarono da san Pio da Pietrelcina e questi disse loro di pregare con fiducia così avrebbero ottenuto la grazia di una nascita. Gli anni passavano, ma niente. Così si fece strada in loro l’idea di un’adozione. Si rivolsero nuovamente al Santo Cappuccino, ma questi disse loro che ancora dovevano attendere. Ebbene, dopo circa venti anni dal matrimonio nacque un bel bambino!



11 febbraio 2021

Perché Lucifero ha peccato? Qual è il motivo della caduta degli angeli? Così risponde la Scuola Francescana

 
tratto da itresentieri.it

La Scrittura ci dice soltanto che il diavolo cadde a motivo della superbia e dell’orgoglio e che fu roso dall’invidia nei confronti del genere umano. 


Tuttavia c’è una tradizione corroborata da diversi Padri che sostiene la tesi secondo cui l’origine della caduta di Lucifero fu proprio il rifiuto del piano divino dell’Incarnazione. 

Ma perché Lucifero si sarebbe dovuto ribellare al piano dell’Incarnazione?

Sembra di dover affermare con la scuola francescana che ciò che diede principio al suo decadimento fu l’eccessivo amor di sé, accompagnato dal desiderio disordinato di possedere per se stesso l’unione ipostatica del Verbo. Come se si fosse chiesto internamente: “Perché il Verbo deve assumere la natura umana invece di quella angelica che è più sublime ed alta? Anzi perché non proprio la mia?”.

San Bernardo afferma:
 «Quel Lucifero che si levava al mattino, per aver tentato di usurpare la somiglianza dell’Altissimo, ed essersi attribuito ingiustamente l’uguaglianza con Dio, che è proprietà esclusiva del Figlio, rovinò precipitando all’istante, perché il Padre rivendicò la causa del Figlio, come se avesse messo in atto questa parola: “A me la vendetta. Sono io che ricambierò” (Rm 12,19)».

Tuttavia se dinanzi all’uomo Gesù, Lucifero si poteva ancora inchinare a motivo della Persona Divina del Verbo, come avrebbe potuto farlo nei confronti della sua Madre che si presentava come una semplice creatura umana? Come riconoscerla propria Signora e Regina e addirittura Mediatrice nell’ordine della Grazia? Questo per Lucifero fu troppo e non accettò quella che ritenne un’umiliazione troppo grande. Così fu questa la ragione determinante della caduta di Lucifero e degli altri angeli.



Così scrive san Massimiliano M. Kolbe:
 «Allorché Dio creò gli angeli, li mise alla prova, affinché potessero scegliere liberamente di sottomettersi in tutto alla sua volontà oppure no, e svelò ad essi il futuro, ossia l’intenzione di dare vita ad una creatura senza macchia di peccato, immacolata, che però sarebbe stata una creatura umana, la quale sarebbe diventata la loro Regina ed essi, secondo la sua Volontà, avrebbero dovuto renderle onore. E ci fu una parte di angeli i quali considerarono tal cosa una umiliazione della loro perfezione. Si ribellarono alla Volontà di Dio e, con Lucifero a capo, vennero precipitati nell’inferno».

Sebbene quest’ultima tesi non sembra trovare sostenitori antichi presso i Padri, è stata definita dal Padre Hophan, come una “fondata opinione”.
La stessa Sacra Scrittura sembra suffragarla nel libro dell’Apocalisse. Infatti, dopo aver parlato della Donna vestita di sole, aggiunge: «Vidi un altro segno nel cielo, un enorme drago […]. che con la sua coda trascinava giù sulla terra un terzo delle stelle del cielo. E il drago si stabilì di fronte alla donna per divorare il suo figlio maschio […]. E la donna fuggì nel deserto […]. E ci fu una grande battaglia in cielo» (Ap 12).
 «Da tutto ciò è lecito dedurre: il Cristo futuro e Maria futura sono proposti agli angeli in visione, come re e regina del mondo, anche degli angeli, e così essi dovettero sottomettersi a loro. Ma essi rifiutarono di fare ciò, perché diventarono superbi» (Padre Minges, Quaderni scotisti).
Perciò il diavolo tentò in seguito di distruggere questo disegno facendo precipitare Adamo ed Eva e cercando di trascinare insieme a loro in questo vortice di fango che è il peccato tutto il genere umano.


La venerabile Maria D’Agreda, nel suo libro La mistica Città di Dio, spiegando i suddetti passi dell’Apocalisse, afferma che gli Angeli dopo la creazione furono messi alla prova con tre precetti:

  1. riconoscere Dio come loro fine,
  2. riconoscere il Verbo Incarnato e infine 
  3. sottomettersi umilmente alla regalità della sua Madre. 

Se al primo precetto si assoggettarono tutti, sebbene non con lo stesso slancio e amore, al secondo Lucifero con i suoi angeli, opposero resistenza, ed infine al terzo «si levarono in superbia e in vanità anche maggiori, a tal punto che, disordinatamente furibondo, egli bramò per se stesso il privilegio di essere capo di tutta la stirpe umana e di tutti gli ordini angelici» attraverso l’Unione Ipostatica.
 D’altra parte se Venanzio Fortunato († c. 600) scrive che anche «l’ardente Lucifero cede» di fronte alla bellezza della Madonna, quale deve essere stata la sua invidia nello svelare loro tale creatura, adorna di tale Grazia e Gloria!


Seguendo il beato Giovanni Duns Scoto, potremmo avanzare la modesta ipotesi che sia stato questo l’ultimo e determinante peccato, che l’ha definitivamente chiuso in se stesso, impedendogli il ritorno a Dio.
Infatti, se come afferma Gregorio Palamas (m. 1359), famoso teologo ortodosso, «nessuno arriva a Dio se non per mezzo di Lei e per il Mediatore nato da Lei; nessuna forza da Dio arriva agli angeli e agli uomini se non per Lei», di conseguenza è proprio rifiutando Lei, che il diavolo si è precluso da se stesso la via del pentimento, e quindi della Misericordia e della Grazia.





Leggete le seguenti Scritture su Lucifero:

Isaia 14,12-15
Ezechiele 28,12-19
Giobbe 2,7
Matteo 4,3;   13,38-40;  25,41
Luca 10,18;  22,31
Giovanni 8,44;  12,31  14,30
Apocalisse 2,10;   12,7-9   19,20;  20,10



3 febbraio 2021

I sei motivi che dimostrano che se si ama la Madonna, si è fedeli alla Dottrina

di Corrado Gnerre


Primo motivo: Perché Maria ci ha donato la Verità

Gesù dice di se stesso: “Io sono la via, la verità, e la vita” (Giovanni 14). Gesù è Pastore e Redentore, ma prima ancora è Maestro. Egli è il Verbo (il Logos) che si è fatto carne. Dunque, senza il “sì” di Maria, non sarebbe entrata nel mondo la Verità, non ci sarebbe stata la Luce per squarciare le tenebre della menzogna del mondo pagano.

Secondo motivo: Perché Maria ha assentito umilmente alla Verità

Se Maria non avesse detto di “sì” all’Angelo, sarebbe stato pregiudicato il progetto di Dio. Ci sarebbe stata una seconda possibilità? Non lo sappiamo.

Ragioniamo su questo. L’assenso di Maria Vergine è l’obbedienza. Ella, Nuova Eva, si contrappone alla Prima Eva a causa della quale entrò il peccato nel mondo. Ciò che rende diversa Maria da Eva è l’umiltà. Eva peccò perché attratta dalla possibilità di “diventare come Dio”; Maria ci ha ridonato la Grazia convinta che l’unica posizione umanamente ragionevole fosse quella di farsi “ancella di Dio”.

Dietro ogni eresia c’è sempre l’orgoglio. C’è sempre l’intenzione di non voler ascoltare, bensì rielaborare secondo i propri criteri e le proprie ambizioni. Dunque, da questo punto di vista, si capisce bene quanto la devozione mariana serva per ottenere la virtù dell’umiltà.

Terzo motivo: Perché Maria ha generato la Verità

Maria non si è limitata a donarci la Verità, l’ha anche generata.

Il Verbo incarnato è l’unione del divino con l’umano.

Mentre il divino è stato apportato dallo Spirito Santo, l’umano è stato apportato da Maria Vergine.

Maria ha dato il suo sangue e il suo nutrimento alla Verità incarnata. Se a Gesù avessero fatto l’analisi del nucleo mitocondriale, avrebbero trovato lo stesso nucleo mitocondriale di Maria.

Ragioniamo su questo. Mettersi alla scuola di Maria, vuol dire mettersi alla scuola di Colei che ha generato la Verità. Quale modo migliore per conservare la Verità se non chiedendo l’aiuto a Colei che l’ha generata?

Quarto motivo: Perché Maria ha portato la Verità nel suo grembo

Maria è veramente Madre della Chiesa, che è la realtà a cui Cristo ha voluto affidare la Verità da custodire nei secoli.

La Chiesa è l’unione del divino con l’umano e già Cristo (il Capo) è tutta la Chiesa, per cui si può ben dire che la Vergine ha generato e portato la Chiesa dentro di sé. Ha alimentato la Chiesa con il suo sangue.

Questo fatto che la Vergine abbia portato dentro di sé la Chiesa fa capire tutta la connotazione anti-gnostica del Cristianesimo. La Verità è portata dal grembo di una donna, per cui si è chiamati, relativamente alla Verità, ad una dimensione di convivenza e non solo di conoscenza.

Le eresie, invece, nascono sempre da un approccio alla Verità in senso primariamente intellettualistico. Paradossalmente (ma non troppo) anche in quelle eresie che negano il valore e la propedeuticità della Ragione per l’atto di Fede. Il “Caso Lutero” lo dimostra ampiamente: per lui la Ragione non aveva valore, eppure cercò nello studio della Scrittura il fondamento delle sue teorie, riducendo il Cristianesimo ad una “religione del Libro”.

Pertanto possiamo dire che tutta la deriva in senso intellettualistico della teologia contemporanea ha come causa proprio la voluta dimenticanza della devozione mariana, e tale dimenticanza è a sua volta causa della deriva intellettualistica della teologia contemporanea

Quinto motivo: Perché Maria ha alimentato la Verità

Se Maria ha alimentato la Verità, vuol dire che ha dato ossigeno, vita ad essa. Ed ecco che con il suo aiuto si può veramente capire quanto la Verità venga prima di tutto. E’ essa che dà ragione all’Amore.

Sesto motivo: Perché Maria è l’immacolatezza della Verità

Maria è la purezza in quanto tale. Ella, a Lourdes nel 1858 venne a confermare il dogma promulgato da Pio IX quattro anni prima e disse di sé: Io sono l’Immacolata Concezione. Non disse: Io sono stata concepita immacolatamente, ma Io sono l’Immacolata Concezione. Ovvero: Io sono la Purezza per eccellenza, l’unica purezza esistente nella realtà creaturale. 

Maria, dunque, ci ricorda come la purezza sia alla base dell’acquisizione della Verità e della sua generazione.

Ella fu preservata proprio perché doveva generare il Verbo incarnato.

Ragioniamo. Di per sé la perdita della purezza, pur essendo peccato grave, può non essere il peccato più grave, ma è senz’altro il peccato che più compromette la sfera intellettuale. Il rifiuto della purezza è la bestializzazione; e con la bestializzazione c’è la morte del retto intendere e della logica. Non si vive come si pensa, si finisce sempre col pensare come si vive. A tal riguardo, se si approfondisce lo studio della vita privata di molti eretici, si scopre quanto le formulazioni degli errori siano stati preceduti da cedimenti sul piano tanto della disciplina quanto della vita morale.

Tratto da itresentieri.it