16 dicembre 2022

L'OFS desidera mettere in guardia dalla conferenza "Francesco d'Assisi. Misticismo o esoterismo?"



In questi giorni abbiamo visto affissi in città dei manifesti di invito a una conferenza-dibattito con tema  "Francesco d'Assisi. Misticismo o esoterismo" in programma domani, 17/12, a Chieti scalo.

Si noti subito l'omissione di "SAN" davanti a "Francesco d'Assisi".
Questa conferenza è organizzata dalla loggia massonica "Araba Fenice".

L'Ordine Francescano Secolare di Chieti desidera mettere in guardia tutti gli amici e i simpatizzanti di San Francesco dai contenuti di tale iniziativa, poiché c'è incompatibilità a monte tra la dottrina massonica e la Verità della Fede cattolica.

Sebbene si debba purtroppo assistere sempre più spesso, oggi, a marce di avvicinamento forzato tra la Verità della dottrina Cattolica e le dottrina massonica (che ha base nello gnosticismo),
 giova ricordare la loro totale incompatibilità.
La Chiesa da molti anni, per il bene delle anime, proclama tale incompatibilità.
Ultimo, in ordine temporale, il documento pubblicato il 26/11/1983 dalla Congregazione della Dottrina della Fede (prefetto il card. Ratzinger) approvato da papa Giovanni Paolo II:

Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.
Intero documento qui 


Loro credono sì in un Dio creatore (il grande architetto), ma non in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Gesù è per loro un grande uomo, ma non il Figlio di Dio, Egli stesso Dio.
Attenzione dunque!

San Giovanni apostolo nella sua 1°lettera è chiarissimo:

"Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio." 1Gv 2,22  

A chi volesse comprendere meglio, suggeriamo la lettura di testi specializzati.
In particolare ci sentiamo di consigliarne uno:
"La Massoneria tra esoterismo, ritualità e simbolismo" di p. Paolo M. Siano, FI - Casa Mariana Editrice


Ognuno può appropriarsi di ciò che vuole dalla grande ricchezza di San Francesco, noi ci limitiamo a mettere in guardia dalle aggiunte indebite.

Bisogna ammettere che ultimamente viene distorto anche all'interno della stessa Chiesa.
Non sono pochi i fedeli che pretendono, errando, di trasformare Francesco in un'icona dell' ambientalismo o del dialogo interreligioso.
Per San Francesco, uomo diventato Vangelo vivente, il centro è sempre solo Cristo Gesù.

Lui è innamorato perdutamente di Cristo, di Dio eterno venuto ad abitare con l'uomo, di Cristo Crocifisso, Unico Signore e Salvatore, dal quale l'uomo ottiene la Redenzione, il perdono dei peccati.
In Cristo Risorto risorgiamo anche noi a Vita nuova, cioè alla Vita eterna.

San Francesco vive per Dio, in Cristo Gesù.
Come dice san Paolo apostolo ai Romani:

"Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui.
Infatti Egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte;   ora invece vive,  e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù."

Rm 6,9-11

La povertà di San Francesco non è eroica o fine a sé stessa, ma sempre congiunta alla povertà di spirito, si svuota al fine di farsi riempire delle "cose di lassù" e arricchire da Dio.
Egli è stato un altro Cristo, ha aderito a Lui fino al punto di imitarlo persino nei segni della Passione.

A tal proposito riteniamo utile proporre un insegnamento su San Francesco dall'enciclica  Rite Expiatis  che Papa Pio XI, anche egli terziario francescano, pubblicò il 30 aprile 1926 nel VII centenario del beato transito del Serafico padre Francesco.
Il testo evidenzia la totale non cattolicità (oltre che mendacità) di coloro che  propagandano un Francesco panteista, ecologista, ecumenista e dialogante; un Francesco che vada bene anche a tutti; un Francesco falso però, che non è mai esistito.
L'enciclica:    Rite Expiatis
Una sintesi: qui 

Pax Vobis 

20 giugno 2022

Infiorata per il Corpus Domini 2022.

"La più grande storia d'amore mai raccontata è racchiusa dentro una piccola, candida Ostia."
(Ven. Fulton Sheen)


   Dopo due anni di stop, finalmente a Chieti è tornata l'infiorata per la Solennità del Corpus Domini.
Corso Marrucino rivestito da decine di quadri a tema "Eucarestia sorgente di fraternità e di Pace" realizzati con i fiori, per accogliere il passaggio del Re dei Re, Gesù, nascosto nell'Ostia.
Anche se molti non ci credono, Colui che ha fatto il sole, le stelle, il mare e la terra, quegli stessi fiori, e infine ha fatto me e ha fatto te è lì in quell' Ostia.
Lo ha detto Lui in quell'ultima cena, e Lui non mente. Inoltre ne facciamo esperienza! 


Questa mattina (domenica 19 Giugno) mentre allestivamo il nostro quadro per la processione del Corpus Domini,
una passante ci chiedeva:  -“perché lo fate?”     
alcune ragazze gli hanno risposto con voce ferma: -“per fare un regalo a Gesù”
 la passante con voce ironica: -“ma voi pensate che a Gesù gliene freghi qualcosa di avere questo tappeto di fiori?

Non so se la Signora intendesse che a Dio non gli importa del nostro piccolo quotidiano, o che a Gesù non fanno piacere gesti di amore semplici come questo.

Tuttavia, suo malgrado, ci ha dato lo spunto per riflettere e approfondire.
A Gesù piace l'infiorata? Gli interessa?
Innanzitutto Egli ha cura di ogni nostra singola azione quotidiana:
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!   (Mt 10, 29-31)

Ma come si può rispondere all'amore di Gesù Cristo nostro Signore?
Egli stesso ci dice di non trattarsi di una questione sentimentale, ma di osservare la Sua Parola:
rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.  Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. (Gv 14,23-24)
Ma possono esserci anche tanti gesti che si possono fare per rispondere a Colui che ci ha amato per primo. 
[Noi amiamo, perché Egli ci ha amati per primo (1Gv 4,19)]

Celeberrimo è l’episodio di San Francesco che si aggira inconsolabile per le strade di Assisi, piangendo il disinteresse e l’ingratitudine degli uomini verso Gesù.
In lacrime diceva: “l'Amore non è amato! L'Amore non è amato”

Gesù apprezza sempre un gesto di premura verso di Lui:   
 I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!". Ma Gesù, accortosene, disse loro: "Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. (Mt 25, 8-10)
 
Quindi sentiamo di dire il vero affermando che a Gesù l'infiorata piace.

Lo si comprende anche dal clima di gioia e collaborazione che pervade l'intero Corso Marrucino durante la preparazione di questa infiorata.

Non lo facciamo per una ricompensa commerciale, ma perché  riconosciamo che nascosto in quell’Ostia vi è il Signore della Vita e IN Lui, PER Lui e CON Lui abbiamo la Vita vera, la Vita piena, cioè la Sua Vita, la Vita Divina.

“Tu sei Bellezza!”
dice San Francesco.
È il minimo poterGli ridare una briciola d'amore prendendo dal Suo creato i fiori e lavorarli per un quadro.

Tutto questo insieme in comunità, come Chiesa per il capo della Chiesa che è Cristo Gesù.
Ed anche come testimonianza per gli altri.
Per i passanti.
Per te che leggi.  

Davvero l'Eucarestia è sorgente di fraternità e di pace.

Il Corpus Domini è direttamente connesso al Venerdì Santo, al sacrificio della croce.
Egli si offre vittima per togliere il nostro peccato,
morendo distrugge il peccato e quindi la morte.
Risorto ci rende partecipi della Sua Vita.
La vita divina: piena e immortale.

Il suo amore per me e per te Gli è costato caro!
Siamo costati il sangue di Dio:
Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. (1Pt 1, 18-19)
È opportuno tornare ad un passaggio dell'omelia di don Michele Panissa:
  
-  Questo amore passa per un corpo spezzato. 
Il Figlio di Dio, si è fatto carne per noi e si è spezzato per noi. 
Tutti siamo partecipi di questo dono, ciascuno è responsabile nell’accoglierLo. -  

15 aprile 2022

Titulus Crucis: Non solo INRI, Gesù Nazareno re dei Giudei

  (di Daniele Di Luciano)


In Esodo 20,2 Dio rivela il suo nome a Mosè:  

“Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto”

La parola tradotta con “il Signore” è il famoso Tetragramma che gli ebrei non possono neanche pronunciare: “YHWH“, vocalizzato in diversi modi tra i quali “Yahweh“. Le quattro lettere ebraiche che lo compongono sono queste: “יהוה“, yod-he-waw-he. Ricordiamo che l’ebraico si legge da destra verso sinistra.

Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 19 versetti 16-22, leggiamo:

“Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: «Il re dei Giudei», ma: «Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei»». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».”

Nonostante il brano in questione sia famosissimo, la scena che si è svolta davanti a Gesù crocifisso dev’essere stata un po’ diversa da come ce la siamo sempre immaginata. Giovanni, forse, ha provato a sottolinearlo ma il lettore, non conoscendo la lingua ebraica, è impossibilitato a comprendere.

L’iscrizione di cui parla Giovanni è la famosa sigla “INRI“, raffigurata ancora oggi sopra Gesù crocifisso. L’acronimo, che sta per il latino “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum“, significa appunto “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei“.

Ma Giovanni specifica che l’iscrizione era anche in ebraico. Non solo: in un momento così importante l’evangelista sembra soffermarsi su dei particolari apparentemente di poco conto:

  1. il fatto che molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città,
  2. i capi dei sacerdoti che si rivolgono a Pilato per far modificare l’iscrizione,
  3. Pilato che si rifiuta di cambiarla.

Ponzio Pilato, che era romano, probabilmente non capiva che, senza volerlo, aveva creato un po’ d’imbarazzo – se vogliamo definirlo così – agli ebrei che osservavano Gesù crocifisso con quell’iscrizione sopra la testa.

Titulus Crucis- Roma- Basilica di "Santa Croce in Gerusalemme"







Henri Tisot, esperto di ebraico, si è rivolto a diversi rabbini per chiedere quale fosse l’esatta traduzione ebraica dell’iscrizione fatta compilare da Pilato. Ne parla nel suo libro “Eva, la donna” nelle pagine da 216 a 220.

Ha scoperto che è grammaticalmente obbligatorio, in ebraico, scrivere “Gesù il Nazareno e re dei Giudei“. Con le lettere ebraiche otteniamo “ישוע הנוצרי ומלך היהודים“. Ricordiamo la lettura da destra verso sinistra.

Queste lettere equivalgono alle nostre “Yshu Hnotsri Wmlk Hyhudim” vocalizzate “Yeshua Hanotsri Wemelek Hayehudim“.

Quindi, come per il latino si ottiene l’acronimo “INRI“, per l’ebraico si ottiene “יהוה“, “YHWH“.

Ecco spiegata l’attenzione che Giovanni riserva per la situazione che si svolge sotto Gesù crocifisso. In quel momento gli ebrei vedevano l’uomo che avevano messo a morte, che aveva affermato di essere il Figlio di Dio, con il nome di Dio, il Tetragramma impronunciabile, inciso sopra la testa.

Non poteva andar bene che YHWH fosse scritto lì, visibile a tutti, e provarono a convincere Pilato a cambiare l’incisione. Ecco che la frase del procuratore romano “Quel che ho scritto, ho scritto” acquista un senso molto più profondo.

Sembra incredibile? Pensate che Gesù aveva profetizzato esattamente questo momento.
In Giovanni 8,28 troviamo scritto:

“Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono” 

Per “innalzare” Gesù intende la crocifissione. “Io Sono” allude proprio al nome che Dio ha rivelato a Mosè in Esodo 3,14:

“Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: «Io-Sono mi ha mandato a voi»“