25 dicembre 2015

Buon Natale. Quello vero!

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. 
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
(Gv 1, 9-14)

Il Natale non è una magia,
 né una favola per piccini,
 ma una concreta realtà.
Il Natale è Dio, che viene ad abitare in mezzo a noi.
Dio esiste, c’è e fa esistere noi in Lui, e non sta su un altro piano astrale, ma viene sulla Terra: è Dio con noi.
Si è fatto embrione, e feto nel grembo di quella creatura straordinaria che è Maria, madre di Dio appunto.
E poi bambino, fanciullo e poi uomo, e sempre Egli stesso Dio.
Un Dio bambino, che da adulto muore per cancellare i nostri peccati e il male, causato.
L’unico giusto, che si addossa il male del mondo.

E tu...
lo hai accolto?

Dio ha un profilo,
un nome,
un volto,
un cuore:
Gesù di Nazareth.


Lui è l’unico che può dare un senso alla tua vita, perché la conosce e ne è l’Autore.

Buon Natale!
Quello originale!

8 dicembre 2015

Immacolata Concezione

Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria: del suo concepimento, avvenuto in modo del tutto naturale nel grembo di sua madre, come avviene per ogni nuova creatura umana; ma “immacolato” perché in quel momento stesso questa nuova creatura umana, a differenza di ogni altra, è  stata  preservata  dalla macchia del  peccato  originale  che  misteriosamente  si  trasmette attraverso la generazione.

Questo avvenimento, a cui la Chiesa guarda con stupore e gioia grande, è l’inizio di una storia nuova di cui anche noi siamo parte:
la storia della redenzione iniziata da Dio nella casa di Anna e Gioacchino, i genitori di Maria.

Dio non si arrende di fronte al male ed è capace sempre di operare nuovi inizi! Maria, donna della nostra stirpe, è nel Suo piano dall’eternità. Dio stesso ne ha annunciato la straordinaria missione fin da quando, di fronte al peccato dei progenitori, promise solennemente la salvezza: «Io porrò inimicizia tra te [Satana] e la donna, tra tua stirpe e la sua, ed essa ti schiaccerà il capo, e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,9-15.20).

Nell’Eden sconvolto dal peccato, Dio immediatamente ricuce i fili della comunione spezzata dal peccato e, con un nuovo inizio, prosegue la sua storia d’amore per l’umanità promettendo la vittoria attraverso questa donna che già in quel momento appare sull’orizzonte come colei che diventerà la madre del Verbo eterno, il Figlio del Padre che si farà uomo per salvare gli uomini! L’immacolato concepimento di Maria, avvenuto tanti secoli dopo quella promessa, è dunque l’aurora della storia nuova. Maria è la prima dei redenti. A lei Dio Padre applica anticipatamente meriti della passione, morte e risurrezione di Cristo: mistero di grazia, di amore gratuito, Mistero di incomparabile bellezza che le insidie di Satana ed i suoi continui tentativi di seminare tragedie nella storia, non riescono a infrangere! Ed ecco, nella pagina evangelica di Luca (Lc 1,26-38), il fatto in vista del quale Dio preservò Maria dal peccato originale, la rese «piena di grazia» fin dal primo istante della sua esistenza: l’incarnazione del Verbo eterno del Padre che si fa uomo diventando figlio di Maria… Dio  bussa  alla  porta  della  casa  di  Nazaret,  bussa  al  cuore  di  quella  giovane  donna  – quindicenne, promessa sposa a Giuseppe – e le chiede il suo sì, la sua adesione ad un progetto immenso, inaudito, incredibile: vuoi diventare la madre di mio figlio?

Maria è turbata di fronte a quella presenza; la sua ragione interroga, pone delle domande… E’ una creatura umana, non un automa…! Riceve una risposta misteriosa – diventerai madre per opera dello Spirito Santo – ma il suo cuore si apre all’accoglienza e risponde con le commoventi parole che abbiamo ascoltato: «Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum»: Eccomi, sono a totale disposizione; avvenga di me quello che hai detto…

 E’ l’offerta di tutta se stessa, di ogni palpito del suo cuore, di ogni pensiero della sua mente, di ogni atomo del suo essere! Tre volte al giorno la Chiesa ripete, nella preghiera dell’Angelus, queste parole di Maria facendo memoria del più sublime dei misteri: Dio che si fa uomo nell’istante in cui questa ragazza di Galilea spalanca la sua vita ad accoglierlo! Che momento di grazia è quello in cui la nostra voce pronuncia queste parole, e il nostro cuore aderisce alla verità che contengono! Dobbiamo riprendere, se l’abbiamo smarrito, l’uso di questa preghiera nei tre momenti forti della giornata – il mattino; a mezzogiorno; e al giungere della sera – quando le campane suonano per ricordare il più grande avvenimento della storia. Dobbiamo riprendere, se l’abbiamo smarrito, l’uso di questa preghiera, almeno in uno di questi momenti della giornata… se non lo possiamo fare in tutti e tre (…ma, sinceramente, è così difficile farlo?).

 L’Angelus  è  una  preghiera  brevissima,  tanto  cara  al  popolo cristiano  che  conserva  la  sua identità… Torni ad essere quel soffio, quel respiro, grazie al quale la nostra anima s’innalza a Dio nello scorrere delle ore, mentre il nostro cuore, spesso in subbuglio, si reca in pellegrinaggio spirituale a Nazaret, dove ha avuto inizio la più grande avventura della storia! Recitandolo lungo la giornata, noi facciamo memoria di questa storia di cui, per grazia di Dio, siamo divenuti partecipi nel Battesimo. Il nostro cuore sarà pur in subbuglio nello scorrere delle ore e delle vicende della vita, ma noi sappiamo di essere dentro a questa storia sublime, sappiamo che le vicende, le fatiche, il dolore, le gioie che proviamo sono abitati dalla Grazia del Signore, dal suo amore indefettibilmente fedele! Dentro alla nostra vita quotidiana, intrecciato con essa, c’è il mistero di Nazaret, c’è l’inizio della nuova storia, c’è l’incarnazione, la passione, morte e risurrezione del Figlio di Dio divenuto uomo per la nostra salvezza!

  Come vivere senza ricordare che questo è il fondamento, il centro della nostra vita? Il Male – che non è qualcosa di astratto, ma un essere angelico divenuto perverso: Satana, il Demonio –, il Male che c’è – e che non è una fiaba o una simbolica rappresentazione della fragilità umana – come aveva insidiato e fatto cadere il primo uomo e la prima donna, così continua lungo la storia il suo intento diabolico, per una misteriosa permissione di Dio. Non potendo nulla contro il Creatore, tenta di spezzare la comunione delle creature  con Dio, illudendole, come aveva fatto con  Adamo  ed  Eva,  di  poter  diventare grandi  in  opposizione  a  Dio  anziché nell’obbedienza amorosa e nella comunione con Lui… Ideologie utopistiche negli ultimi secoli hanno disastrosamente segnato la storia proclamando che il Male non c’è e che basta una buona organizzazione sociale tra gli uomini per far trionfare la pace e l’armonia, per creare il paradiso in terra… Menzogne colossali venute anch’esse da Satana, come dimostrano gli esiti insanguinati di regimi che, proclamando i più alti valori dell’uomo, distruggevano in ecatombe, anche fisicamente, milioni di esseri umani.

 Sul nostro orizzonte però risplende Gesù Cristo il Vincitore, e con lui risplende la prima dei redenti, Maria Immacolata, come segno di sicura speranza e di consolazione.

A lei, splendente di luce incomparabile noi diciamo, nel giorno della sua festa: Donna pensata da Dio ed amata di pura predilezione, annunciata nell’Eden sconvolto, concepita immacolata nel grembo di Anna, prima dei redenti e inizio della storia nuova, stringici al Tuo cuore di Madre. Ave, piena di grazia, meraviglia del creato, Madre di Dio e dei salvati! Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 Autore: Mons. Edoardo Aldo Cerrato CO

10 novembre 2015

Preghiera per COP 21. Domenica 29 novembre alle 18:00

Preghiera per la COP 21.  Domenica 29 novembre alle 18:00



Il 26 ottobre 2015 è avvenuto un fatto importante: è stato presentato un Appello impellente di Cardinali, Patriarchi e Vescovi, Rappresentanti delle Conferenze Episcopali delle diverse parti del mondo, indirizzato alle parti negozianti e ai capi di Stato impegnati il prossimo dicembre al vertice mondiale sul clima, COP 21 di Parigi, a lavorare per il raggiungimento di un nuovo accordo internazionale sul clima.
L'appello sostiene l'importanza dell'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco.
I firmatari si uniscono “al Santo Padre nell'implorare un grande passo avanti a Parigi, per un accordo globale e generatore di un vero cambiamento sostenuto da tutti”

(i 10 punti del documento su questo link)


L'appello è un forte richiamo a lavorare per l'approvazione di un accordo sul clima, equo, giuridicamente vincolante e generatore di un vero cambiamento che deve mettere il bene comune davanti agli interessi nazionali e deve proteggere “la nostra casa comune e tutti i suoi abitanti”, accettando che il clima, l'atmosfera e le risorse come l'acqua, sono beni comuni globali appartenenti a tutti e destinati a tutti.
 L'accordo, secondo i firmatari, dovrebbe inoltre limitare l'aumento della temperatura globale, anche attraverso la decarbonizzazione, al fine di evitare impatti climatici catastrofici, soprattutto sulle comunità più vulnerabili.

Come francescani secolari, preoccupati per i cambiamenti climatici causati dalle attività umane e uniti dalla comune fede Cattolica, stiamo organizzando un momento di sensibilizzazione e di preghiera per la salvaguardia della creazione di Dio, per i poveri -che sono i più vulnerabili ai danni del clima- e per i nostri figli, che dovranno subire gli impatti peggiori negli anni a venire.

Ci ritroveremo insieme domenica 29 Novembre alle ore 18.00, proprio alla vigilia dell'inizio dei lavori a Parigi, presso la chiesa della Beata Vergine del Carmine a Chieti (ex Orsoline, attuale Comunità Papa Giovanni XXIII) per chiedere al Signore, alla vigilia del vertice di Parigi, la luce dello Spirito Santo nelle menti e nei cuori di tutti i capi di governo del pianeta, affinché prevalga il buon senso per la custodia della casa comune e di tutti i suoi abitanti, al di sopra di ogni altro interesse.

Ora è il momento in cui siamo chiamati a non restare indifferenti ma ad agire, la preghiera è la nostra forza, la preghiera ci unisce, uniamoci insieme in preghiera.

Dalla Laudato Sì di Papa Francesco:
“14. Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all'indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vescovi del Sudafrica, «i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio».[22] Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità”.

cosa è il COP 21: http://www.cop21.gouv.fr/en 

7 novembre 2015

Calendario 2015-2016

Noi seguiamo Gesù, camminando sulle orme di Francesco!

Dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo


Ci vediamo i Sabato alle 17:00.
(le Lectio Divina, la domenica)
al salone del convento di        
San Francesco al corso
 (ingresso da p.za Malta - via Cesare Battisti 28)

Il dettaglio dei prossimi incontri :

Novembre
 7  Messa di fraternità 19:15 alla ss. Trinità
15  domenica, Percorso Biblico: Lectio Divina (Esodo)
21  Messa in ricordo di Morena: ore 17, S. Bartolomeo, Brecciarola
28  Adorazione Eucaristica, Condivisione di vita, cena di fraternità
     29 domenica, preghiera per la COP21

Dicembre
 5  Messa di fraternità 19:15 alla ss. Trinità
12  Incontro sul Testo di formazione OFS  “Per Dono”
13 domenica, Messa di inizio giubileo, ore 17 in Cattedrale
19 Adorazione Eucaristica, Condivisione di vita, cena di fraternità
            21 Penitenziale (alle 21 presso S.         Bartolomeo, Brecciarola)

Gennaio 2015
 2  Messa di fraternità 19:15 alla ss. Trinità
 9  Incontro sul Testo di formazione “Per Dono” (estrazione santo protettore)
16  Laboratorio Teologico (con conferenza e condivisione)
23 Adorazione Eucaristica, Condivisione di vita, cena di fraternità
31 domenica, Percorso Biblico: Lectio Divina (Esodo)

Febbraio
 6  Messa di fraternità 19:15 alla ss. Trinità
14 domenica, Percorso Biblico: Lectio Divina (Esodo)
20 Laboratorio Teologico (con conferenza e condivisione)
27  Adorazione Eucaristica, Condivisione di vita, cena di fraternità

Marzo
2 Marzo ore 18:30 conferenza di P. Sequeri
5  Messa di fraternità 19:15 alla ss. Trinità
13 domenica, Percorso Biblico: Lectio Divina (Esodo)
19  Adorazione della Croce, Condivisione di vita, cena di fraternità
21 Penitenziale (alle 21 presso S. Bartolomeo, Brecciarola)
24  giovedì santo: Adorazione Eucaristica all’altare della reposizione alla ss. Trinità
27 Domenica di Pasqua

Aprile
 2  Messa di fraternità 19:15 alla ss. Trinità
 9  Incontro sul Testo di formazione OFS  “Per Dono”
17 domenica, Percorso Biblico: Lectio Divina (Esodo) fuori Chieti
23  Laboratorio Teologico (con conferenza e condivisione)
30  Adorazione Eucaristica, Condivisione di vita, cena di fraternità

Maggio
7  Messa di fraternità 19:15 alla ss. Trinità
14  Laboratorio Teologico (con conferenza e condivisione)
21  Incontro sul Testo di formazione OFS  “Per Dono”
29 Domenica: Infiorata per il Corpus Domini

Giugno
   *1-2 Giugno Udienza del mercoledì dal papa, per il giubileo.
4  Messa di fraternità 19:15 alla ss. Trinità
11  Laboratorio Teologico (con conferenza e condivisione)
19 domenica, Percorso Biblico: Lectio Divina (Esodo) fuori Chieti

 25  Cena di fraternità.

Luglio
10* Uscita di Fraterntà
23  Cena di fraternità.


12-15 Agosto Campo di fraternità ad Arcinazzo (RM)

Info: ofschieti@gmail.com
puoi chiamare: 328.3247493    328.6117961

5 ottobre 2015

4 Ottobre: San Francesco di Assisi

San Francesco d'Assisi


BENEDETTO XVI dall'udienza generale del 27/01/2010


 “Nacque al mondo un sole”. Con queste parole, nella Divina Commedia (Paradiso, Canto XI), il sommo poeta italiano Dante Alighieri allude alla nascita di Francesco, avvenuta alla fine del 1181 o agli inizi del 1182, ad Assisi. Appartenente a una ricca famiglia – il padre era commerciante di stoffe –, Francesco trascorse un’adolescenza e una giovinezza spensierate, coltivando gli ideali cavallereschi del tempo. A vent’anni prese parte ad una campagna militare, e fu fatto prigioniero. Si ammalò e fu liberato. Dopo il ritorno ad Assisi, cominciò in lui un lento processo di conversione spirituale, che lo portò ad abbandonare gradualmente lo stile di vita mondano, che aveva praticato fino ad allora. Risalgono a questo periodo i celebri episodi dell’incontro con il lebbroso, a cui Francesco, sceso da cavallo, donò il bacio della pace, e del messaggio del Crocifisso nella chiesetta di San Damiano. Per tre volte il Cristo in croce si animò, e gli disse: “Va’, Francesco, e ripara la mia Chiesa in rovina”. Questo semplice avvenimento della parola del Signore udita nella chiesa di S. Damiano nasconde un simbolismo profondo.

Immediatamente san Francesco è chiamato a riparare questa chiesetta, ma lo stato rovinoso di questo edificio è simbolo della situazione drammatica e inquietante della Chiesa stessa in quel tempo, con una fede superficiale che non forma e non trasforma la vita, con un clero poco zelante, con il raffreddarsi dell’amore; una distruzione interiore della Chiesa che comporta anche una decomposizione dell’unità, con la nascita di movimenti ereticali. Tuttavia, in questa Chiesa in rovina sta nel centro il Crocifisso e parla: chiama al rinnovamento, chiama Francesco ad un lavoro manuale per riparare concretamente la chiesetta di san Damiano, simbolo della chiamata più profonda a rinnovare la Chiesa stessa di Cristo, con la sua radicalità di fede e con il suo entusiasmo di amore per Cristo. Questo avvenimento, accaduto probabilmente nel 1205, fa pensare ad un altro avvenimento simile verificatosi nel 1207: il sogno del Papa Innocenzo III.
Questi vede in sogno che la Basilica di San Giovanni in Laterano, la chiesa madre di tutte le chiese, sta crollando e un religioso piccolo e insignificante puntella con le sue spalle la chiesa affinché non cada.

E’ interessante notare, da una parte, che non è il Papa che dà l’aiuto affinché la chiesa non crolli, ma un piccolo e insignificante religioso, che il Papa riconosce in Francesco che Gli fa visita. Innocenzo III era un Papa potente, di grande cultura teologica, come pure di grande potere politico, tuttavia non è lui a rinnovare la Chiesa, ma il piccolo e insignificante religioso: è san Francesco, chiamato da Dio.
Dall’altra parte, però, è importante notare che san Francesco non rinnova la Chiesa senza o contro il Papa, ma solo in comunione con lui. Le due realtà vanno insieme: il Successore di Pietro, i Vescovi, la Chiesa fondata sulla successione degli Apostoli e il carisma nuovo che lo Spirito Santo crea in questo momento per rinnovare la Chiesa. Insieme cresce il vero rinnovamento.

Ritorniamo alla vita di san Francesco. Poiché il padre Bernardone gli rimproverava troppa generosità verso i poveri, Francesco, dinanzi al Vescovo di Assisi, con un gesto simbolico si spogliò dei suoi abiti, intendendo così rinunciare all’eredità paterna: come nel momento della creazione, Francesco non ha niente, ma solo la vita che gli ha donato Dio, alle cui mani egli si consegna. Poi visse come un eremita, fino a quando, nel 1208, ebbe luogo un altro avvenimento fondamentale nell’itinerario della sua conversione. Ascoltando un brano del Vangelo di Matteo – il discorso di Gesù agli apostoli inviati in missione –, Francesco si sentì chiamato a vivere nella povertà e a dedicarsi alla predicazione. Altri compagni si associarono a lui, e nel 1209 si recò a Roma, per sottoporre al Papa Innocenzo III il progetto di una nuova forma di vita cristiana. Ricevette un’accoglienza paterna da quel grande Pontefice, che, illuminato dal Signore, intuì l’origine divina del movimento suscitato da Francesco.

Il Poverello di Assisi aveva compreso che ogni carisma donato dallo Spirito Santo va posto a servizio del Corpo di Cristo, che è la Chiesa; pertanto agì sempre in piena comunione con l’autorità ecclesiastica. Nella vita dei santi non c’è contrasto tra carisma profetico e carisma di governo e, se qualche tensione viene a crearsi, essi sanno attendere con pazienza i tempi dello Spirito Santo.  In realtà, alcuni storici nell’Ottocento e anche nel secolo scorso hanno cercato di creare dietro il Francesco della tradizione, un cosiddetto Francesco storico, così come si cerca di creare dietro il Gesù dei Vangeli, un cosiddetto Gesù storico. Tale Francesco storico non sarebbe stato un uomo di Chiesa, ma un uomo collegato immediatamente solo a Cristo, un uomo che voleva creare un rinnovamento del popolo di Dio, senza forme canoniche e senza gerarchia. La verità è che san Francesco ha avuto realmente una relazione immediatissima con Gesù e con la parola di Dio, che voleva seguire sine glossa, così com’è, in tutta la sua radicalità e verità. E’ anche vero che inizialmente non aveva l’intenzione di creare un Ordine con le forme canoniche necessarie, ma, semplicemente, con la parola di Dio e la presenza del Signore, egli voleva rinnovare il popolo di Dio, convocarlo di nuovo all’ascolto della parola e all’obbedienza verbale con Cristo.
Inoltre, sapeva che Cristo non è mai “mio”, ma è sempre “nostro”, che il Cristo non posso averlo “io” e ricostruire “io” contro la Chiesa, la sua volontà e il suo insegnamento, ma solo nella comunione della Chiesa costruita sulla successione degli Apostoli si rinnova anche l’obbedienza alla parola di Dio.  E’ anche vero che non aveva intenzione di creare un nuovo ordine, ma solamente rinnovare il popolo di Dio per il Signore che viene. Ma capì con sofferenza e con dolore che tutto deve avere il suo ordine, che anche il diritto della Chiesa è necessario per dar forma al rinnovamento e così realmente si inserì in modo totale, col cuore, nella comunione della Chiesa, con il Papa e con i Vescovi. Sapeva sempre che il centro della Chiesa è l'Eucaristia, dove il Corpo di Cristo e il suo Sangue diventano presenti. Tramite il Sacerdozio, l'Eucaristia è la Chiesa. Dove Sacerdozio e Cristo e comunione della Chiesa vanno insieme, solo qui abita anche la parola di Dio.
Il vero Francesco storico è il Francesco della Chiesa e proprio in questo modo parla anche ai non credenti, ai credenti di altre confessioni e religioni.  Francesco e i suoi frati, sempre più numerosi, si stabilirono alla Porziuncola, o chiesa di Santa Maria degli Angeli, luogo sacro per eccellenza della spiritualità francescana. Anche Chiara, una giovane donna di Assisi, di nobile famiglia, si mise alla scuola di Francesco. Ebbe così origine il Secondo Ordine francescano, quello delle Clarisse, un’altra esperienza destinata a produrre frutti insigni di santità nella Chiesa.      
Anche il successore di Innocenzo III, il Papa Onorio III, con la sua bolla Cum dilecti del 1218 sostenne il singolare sviluppo dei primi Frati Minori, che andavano aprendo le loro missioni in diversi paesi dell’Europa, e persino in Marocco.
Nel 1219 Francesco ottenne il permesso di recarsi a parlare, in Egitto, con il sultano musulmano Melek-el-Kâmel, per predicare anche lì il Vangelo di Gesù. Desidero sottolineare questo episodio della vita di san Francesco, che ha una grande attualità. In un’epoca in cui era in atto uno scontro tra il Cristianesimo e l’Islam, Francesco, armato volutamente solo della sua fede e della sua mitezza personale, percorse con efficacia la via del dialogo. Le cronache ci parlano di un’accoglienza benevola e cordiale ricevuta dal sultano musulmano. È un modello al quale anche oggi dovrebbero ispirarsi i rapporti tra cristiani e musulmani: promuovere un dialogo nella verità, nel rispetto reciproco e nella mutua comprensione (cfr Nostra Aetate, 3).

Sembra poi che nel 1220 Francesco abbia visitato la Terra Santa, gettando così un seme, che avrebbe portato molto frutto: i suoi figli spirituali, infatti, fecero dei Luoghi in cui visse Gesù un ambito privilegiato della loro missione. Con gratitudine penso oggi ai grandi meriti della Custodia francescana di Terra Santa.  Rientrato in Italia, Francesco consegnò il governo dell’Ordine al suo vicario, fra Pietro Cattani, mentre il Papa affidò alla protezione del Cardinal Ugolino, il futuro Sommo Pontefice Gregorio IX, l’Ordine, che raccoglieva sempre più aderenti. Da parte sua il Fondatore, tutto dedito alla predicazione che svolgeva con grande successo, redasse una Regola, poi approvata dal Papa.  Nel 1224, nell’eremo della Verna, Francesco vede il Crocifisso nella forma di un serafino e dall’incontro con il serafino crocifisso, ricevette le stimmate; egli diventa così uno col Cristo crocifisso: un dono, quindi, che esprime la sua intima identificazione col Signore.  La morte di Francesco – il suo transitus - avvenne la sera del 3 ottobre 1226, alla Porziuncola. Dopo aver benedetto i suoi figli spirituali, egli morì, disteso sulla nuda terra. Due anni più tardi il Papa Gregorio IX lo iscrisse nell’albo dei santi. Poco tempo dopo, una grande basilica in suo onore veniva innalzata ad Assisi, meta ancor oggi di moltissimi pellegrini, che possono venerare la tomba del santo e godere la visione degli affreschi di Giotto, pittore che ha illustrato in modo magnifico la vita di Francesco.  È stato detto che Francesco rappresenta un alter Christus, era veramente un’icona viva di Cristo. Egli fu chiamato anche “il fratello di Gesù”. In effetti, questo era il suo ideale: essere come Gesù; contemplare il Cristo del Vangelo, amarlo intensamente, imitarne le virtù. In particolare, egli ha voluto dare un valore fondamentale alla povertà interiore ed esteriore, insegnandola anche ai suoi figli spirituali. La prima beatitudine del Discorso della Montagna - Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3) - ha trovato una luminosa realizzazione nella vita e nelle parole di san Francesco. Davvero, cari amici, i santi sono i migliori interpreti della Bibbia; essi, incarnando nella loro vita la Parola di Dio, la rendono più che mai attraente, così che parla realmente con noi. La testimonianza di Francesco, che ha amato la povertà per seguire Cristo con dedizione e libertà totali, continua ad essere anche per noi un invito a coltivare la povertà interiore per crescere nella fiducia in Dio, unendo anche uno stile di vita sobrio e un distacco dai beni materiali.  In Francesco l’amore per Cristo si espresse in modo speciale nell’adorazione del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.
Nelle Fonti francescane si leggono espressioni commoventi, come questa: “Tutta l’umanità tema, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, vi è Cristo, il Figlio del Dio vivente. O favore stupendo! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi per la nostra salvezza, sotto una modica forma di pane” (Francesco di Assisi, Scritti, Editrici Francescane, Padova 2002, 401).
In quest’anno sacerdotale, mi piace pure ricordare una raccomandazione rivolta da Francesco ai sacerdoti: “Quando vorranno celebrare la Messa, puri in modo puro, facciano con riverenza il vero sacrificio del santissimo Corpo e Sangue del Signore nostro Gesù Cristo” (Francesco di Assisi, Scritti, 399).
Francesco mostrava sempre una grande deferenza verso i sacerdoti, e raccomandava di rispettarli sempre, anche nel caso in cui fossero personalmente poco degni. Portava come motivazione di questo profondo rispetto il fatto che essi hanno ricevuto il dono di consacrare l’Eucaristia. Cari fratelli nel sacerdozio, non dimentichiamo mai questo insegnamento: la santità dell’Eucaristia ci chiede di essere puri, di vivere in modo coerente con il Mistero che celebriamo.
 Dall’amore per Cristo nasce l’amore verso le persone e anche verso tutte le creature di Dio. Ecco un altro tratto caratteristico della spiritualità di Francesco: il senso della fraternità universale e l’amore per il creato, che gli ispirò il celebre Cantico delle creature. È un messaggio molto attuale. Come ho ricordato nella mia recente Enciclica Caritas in veritate, è sostenibile solo uno sviluppo che rispetti la creazione e che non danneggi l’ambiente (cfr nn. 48-52), e nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest’anno ho sottolineato che anche la costruzione di una pace solida è legata al rispetto del creato.
Francesco ci ricorda che nella creazione si dispiega la sapienza e la benevolenza del Creatore. La natura è da lui intesa proprio come un linguaggio nel quale Dio parla con noi, nel quale la realtà diventa trasparente e possiamo noi parlare di Dio e con Dio.  Cari amici, Francesco è stato un grande santo e un uomo gioioso. La sua semplicità, la sua umiltà, la sua fede, il suo amore per Cristo, la sua bontà verso ogni uomo e ogni donna l’hanno reso lieto in ogni situazione. Infatti, tra la santità e la gioia sussiste un intimo e indissolubile rapporto. Uno scrittore francese ha detto che al mondo vi è una sola tristezza: quella di non essere santi, cioè di non essere vicini a Dio. Guardando alla testimonianza di san Francesco, comprendiamo che è questo il segreto della vera felicità: diventare santi, vicini a Dio!  Ci ottenga la Vergine, teneramente amata da Francesco, questo dono. Santa Maria Vergine, non vi è alcuna simile a te nata nel mondo tra le donne, figlia e ancella dell’altissimo Re e Padre celeste, Madre del santissimo Signor nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo: prega per noi... presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signore e Maestro(Francesco di Assisi, Scritti, 163).
Ci affidiamo a Lei con le parole stesse del Poverello di Assisi: “

8 settembre 2015

NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA

 NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA



Nelle Scritture sono tanti i riferimenti a Maria SS.ma, Madre di Dio e Madre nostra per estrema volontà di Gesù Nostro Signore sulla croce.
Certo, quelli del Nuovo Testamento sono ovvi, infatti mi colpiscono in particolare i riferimenti dell'Antico testamento, 
Tutto l'Antico testamento parla di Gesù, san Luca infatti scriverà di Gesù appena risorto, che spiega le scritture:
 E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui.  ( Lc 24,17)
E ancora con gli Undici:
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture (Lc 24, 44-45)



Ma l'Antico Testamento parla anche di Maria.
Lo Spirito Santo, ispirando i profeti, ha seminato nelle Scritture, nei secoli prima dell'avvento di Cristo, una vera e propria mappa di riconoscimento di Maria.

Così il primo Isaia
Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.            (Is 7,14)


Così Michea:
E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me Colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà Colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d'Israele.     (Mi 5,1-2)
Fino alla Genesi, nel momento della cacciata dell'uomo a causa del peccato di origine, (l'uomo che sceglie di farsi dio di sé stesso), Dio promette già la salvezza, in Gesù.

Io porrò inimicizia fra te e la donna, 
fra la tua stirpe e la sua stirpe: 
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno (Gn 3,15)


Per questo Maria è chiamata dai Padri della Chiesa, la nuova Eva.



Per questo Maria doveva essere esente dal peccato originale, come dimostra già il saluto dell'angelo ("piena di grazia", quindi senza nessun ostacolo tra Lei e Dio, IMMACOLATA appunto... ma per questo rimandiamo alla teologia del  francescano beato Duns Scoto e alla sua dimostrazione che precede di 500 anni il dogma dell'Immacolata) .
La stirpe di Maria è Gesù, e noi siamo generati alla vita eterna in Maria.
Maria ci partorisce alla vita eterna, poiché siamo stati resi figli nel Figlio, e quindi fratelli del Signore nostro Gesù Cristo.

 (cfr  "Il trattato delle vera devozione" di S. Luigi Maria Grignion di Monfort, dove troverai un inedito parallelo tra Maria SS.ma e Rebecca, moglie di Isacco e madre di Giacobbe)

15 agosto 2015

15 AGOSTO: SOLENNITA' DELL' ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA


Prima del 1° novembre 1950, questa verità veniva creduta nella Chiesa e celebrata, ma non era considerata dogma di fede. Fin dall'antichità si celebrava in Oriente e in Occidente una solenne festa liturgica a ricordo della Dormizione o Assunzione al Cielo della Vergine. Per esempio. nel Sacramentario che Papa Adriano I tra gli anni 784-790, mandò all'imperatore Carlo Magno, si legge: «Degna di venerazione è per noi, o Signore, la festività di questo giorno, in cui la santa Madre di Dio subì la morte temporale, ma non poté essere umiliata dai vincoli della morte colei che generò il tuo Figlio, nostro Signore, incarnato da lei».


Papa Pio XII
fu colui che, tenendo conto delle innumerevoli richieste provenienti dall'intero popolo di Dio: cardinali, patriarchi, arcivescovi, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, associazioni, università e numerosissimi privati, che supplicavano la definizione del dogma di fede dell’assunzione corporea della beata Vergine Maria in Cielo, decise di indirizzare una lettera enciclica, denominata “Deiparae Virginis Mariae”, il 1° maggio 1946, ai venerabili fratelli Patriarchi, Primati, Arcivescovi, Vescovi e agli altri Ordinari locali che hanno pace e comunione con la Sede Apostolica, in merito ad una proposta di definizione del dogma dell'assunzione della Beata Vergine Maria.In questa lettera, il Santo Padre Pio XII leva a Dio insistenti preghiere, “affinché ci voglia chiaramente manifestare, a questo proposito, i disegni della sua sempre adorabile benignità”. A tal fine, il Papa chiede ai venerabili fratelli se essi ritengano che si possa proporre e definire come dogma di fede l'assunzione corporea della beatissima Vergine, e se ciò sia desiderato anche dal loro clero e dal loro popolo.

Mentre favorevoli erano le risposte della grandissima maggioranza dei vescovi interpellati dal Papa, avviene a Roma un avvenimento che sembra quasi il suggello divino alle richieste del Santo Padre.  Il 12 aprile 1947, la Vergine Maria appare a Bruno Cornacchiola e lo invita a rientrare nella Chiesa Cattolica, che lui combatteva con tenacia irriducibile.
Tra le altre cose, Ella gli parla della sua Assunzione al Cielo: “Il mio corpo non poteva marcire e non marcì… da mio Figlio e dagli Angeli fui portata in Cielo”.

Informato dei fatti, il Papa Pio XII credette all'apparizione, benedicendo a Piazza San Pietro, il 5 ottobre dello stesso anno, la statua a grandezza naturale che oggi si può venerare nel Santuario della Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane. Anche questo episodio contribuì alla definizione del dogma.
Finalmente il 1° novembre 1950, con la costituzione apostolica “Munificentissimus Deus”, Papa Pio XII dà la solenne proclamazione: “Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”.

8 giugno 2015

Infiorata 2015 a Chieti per il Corpus Domini

Infiorata 2015 a Chieti per il Corpus Domini

Domenica 7 giugno 2015


Corpus Domini

Con la solennità del Corpus Domini si concludono tutte le solennità specifiche che ruotano al centro di tutti gli eventi:
la Pasqua.
Dalla Pasqua, (la prima domenica di luna piena dopo l'equinozio di primavera) dipendono tutti i tempi forti della Chiesa, a cominciare dai 40 giorni di preparazione (la Quaresima) e proseguendo poi da questo evento, il centro del Cristianesimo: Quel Gesù che hanno torturato e ucciso appendendolo in croce è risorto, con un corpo glorioso.
Primizia ed esempio della nostra speranza: anche noi risorgeremo come Cristo.
Come scrive l'evangelista S. Luca, 40 giorni dopo la Resurrezione, (cade di giovedì, ma si fa memoria alla domenica) si celebra la solennità dell'Ascensione: Gesù ascende dal Padre e da lì può benedire e pregare per tutti.
La domenica dopo, Pentecoste, ricordiamo la discesa dello Spirito Santo, il dono promesso, caparra delle vita eterna. Per la prima volta Pietro e gli apostoli escono per evangelizzare. A Gerusalemme si convertono 3000 persone; è l'inizio della Chiesa.
Nei secoli successivi la Chiesa ha istituito altre solennità per le domeniche dopo Pentecoste: la solennità della SS.ma Trinità e, per quella successiva, del Corpus Domini.
Gesù offre liberamente sé stesso per cancellare con il Suo sangue i peccati di tutti coloro che credono e crederanno in Lui, e vogliono accogliere l'Amore di Dio da quella croce.

Gesù, cibo che rimane per la vita eterna

Gesù è realmente presente, in Corpo Sangue Anima e Divinità, velato dall'apparenza del pane e del vino transustanziati per opera dello Spirito Santo alla richiesta del sacerdote.
Gesù è con noi, tutti i giorni fino alla fine del mondo.

Infiorata 

Per festeggiare tutto questo, a Chieti si realizza, dal 1778 un'infiorata, si prepara cioè un tappeto di fiori per Gesù.
Gesù Eucarestia, nelle mani del nostro vescovo, Bruno Forte, ha attraversato in processione il percorso che va dal seminario regionale (nello spazio dove si è svolta la messa del Corpus Domini) fino alla cattedrale di S. Giustino, attraversando quindi il corso Marrucino, la strada più importante e luogo di passeggio di Chieti.
L'intero corso era coperto dai fiori.
I gruppi parrocchiali e i movimenti hanno preparato dal mattino, con cura e amore questo tappeto di fiori, componendo un  quadro o un simbolo adatto.
S. Francesco in Adorazione Eucaristica, era il nostro:


Dietro all'ostensorio, camminavano i fedeli.
Il Corpo Eucaristico di Gesù seguito dal Suo Corpo Mistico.
Quest'ultimo, numeroso, ha camminato su quelle piccole opere d'arte fatte con i fiori.
Il cammino del discepolo dietro l'unico Signore e Maestro: un cammino colorato, profumato, e soprattutto BELLO.


Grazie Gesù che non ci hai lasciato soli.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo.

26 maggio 2015

Ritiro Corso Emmaus

Ritiro Corso Emmaus 

Convento San Francesco al Corso, Chieti, 22-24 Maggio 2015


Da venerdì sera a domenica pomeriggio, il convento di S. Francesco al corso, sotto la gestione e l'organizzazione dell' O.F.S.,  ha visto svolgersi un ritiro spirituale, a cura della equipe della Scuola di Evangelizzazione S. Andrea Cappuccini Abruzzo (direttore p. Fabrizio di Fazio):
il Corso Emmaus.

Il ritiro era incentrato sulla Parola di Dio. 
L'obiettivo era immedesimarsi nei discepoli di Emmaus che dopo gli eventi della Pasqua, delusi da questo Gesù morto, si dirigono tristi e verso Emmaus.
Finché.... 
... finché Colui che avevano visto morire su quella croce e che avevano sentito dire risorto (ma era vero?), si accosta loro. E spiega il SENSO DELLE SCRITTURE. Solo allora si aprono gli occhi e lo riconoscono nello spezzare il pane.



La nostra vita, il nostro cammino di fede non è esente da delusioni. 

Io sono come quel discepolo senza nome, che discute e non trova le risposte.
Ma Gesù è Parola viva e vera che mi disseta. 
Amando la Scrittura, leggendola, pregandola, vivendola, la Scrittura diventa Parola: permetto a Gesù, già presente al mio fianco, di parlarmi.

Allora vedrò meglio anche Gesù nel pane eucaristico, poiché per mezzo della Sua Parola quel pane si transustanzia.
Il corso ha visto la presenza della metà dei membri dell'O.F.S., e di molti altri fedeli. Alcuni della città di Chieti, e in prevalenza da Pescara, che conoscevano già l'esperienza della Scuola di Evangelizzazione di S. Andrea.
Alcuni membri della fraternità hanno partecipato anche servendo ai ministeri previsti per il corso.
E così anche i francescani secolari evangelizzano sull'esempio del serafico padre San Francesco, innamorato della Parola e desideroso di evangelizzare sempre: 
girava per le strade piangendo perché l'AMORE non è amato (Gesù crocifisso).


Lode a Dio che ancora una volta si è piegato su di noi.
Lo Spirito Santo, festeggiato proprio domenica, protagonista dell'evangelizzazione, ha guidato singolarmente i partecipanti nella scoperta, o riscoperta, della Parola di Dio, nella sua forza e nel suo potente amore.



13 maggio 2015

Madonna a Fatima. 13 maggio 1917-2015: 98° anniversario della prima apparizione

Madonna a Fatima.

1917-2015    98° anniversario della prima apparizione


Il 13 maggio la Madonna apparve per la prima volta ai 3 pastorelli di Fatima


Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa.  
Papa Benedetto XVI all'omelia a Fatima il 13 maggio 2010                                                Come Fatima non c'è niente in tutta la Chiesa Cattolica nel Mondo” 
Papa Benedetto XVI al Vescovo di Leiria-Fatima.
"Se solo potessi mettere nel cuore di ognuno il fuoco che ho nel mio cuore e che mi fa amare così tanto il Cuore di Maria!". 
Jacinta Marto, pastorella veggente di Fatima
“Dite ai vostri religiosi che il pensiero del Papa è contenuto nel Messaggio di Fatima.”  
Papa Pio XII, nel 1950, al Maestro Generale dei Dominicani

Alcune frasi, riportate da suor Lucia,  della Madonna a Fatima:

13 Maggio: 
"Andate, dunque; avrete molto da soffrire, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto". "Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra".

13 Giugno:
“Giacinta e Francesco lì porto tra poco. Ma tu resti qui ancora qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi la abbraccia, prometto la salvezza; e queste anime saranno amate da Dio come fiori posti da me ad adornare il suo trono".
"figlia. E tu soffri molto? Non scoraggiarti. Non ti lascerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio".

13 Luglio:
In ottobre dirò chi sono, che cosa voglio, e farò un miracolo che tutti vedranno per potere credere”    Il segreto nelle 3 parti:
  1. La visione dell'Inferno
  2. Maria profetizza la fine della Prima Guerra Mondiale, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’ascesa del comunismo in Russia, e nel mondo
  3. La persecuzione della Chiesa


19 Agosto  (perché erano stati arrestati e il 13 si trovavano in carcere):
"Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all'inferno, perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro".

13 Settembre:
Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda, portatela soltanto di giorno"

13 Ottobre:
Sono la Regina del Rosario, [chiedo] di continuare sempre a recitare il rosario tutti i giorni. La guerra sta per finire e i militari ritorneranno presto alle loro case".
Miracolo del sole, e benedizione da s. Giuseppe e Gesù.


DALL’OMELIA DI BENEDETTO XVI,  Spianata del Santuario di Fatima Giovedì, 13 maggio 2010
[…] Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa.  […] Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.

8 maggio 2015

DIO CASTIGA?

DIO CASTIGA?

Questo sabato (9 maggio) alle 17:30, al salone OFS, vedremo un filmato della relazione di P. Serafino Lanzetta al cafè teologico di Verona.
Il cafè teologico, è un incontro, in ambiente informale in stile lounge bar, dove si affrontano temi scottanti per la ragione e la fede. Ideato dal progetto Sentinelle del mattino e don Andrea Brugnoli.



Vedremo in video, l'insegnamento del cafè teologico svoltosi a Verona, il 25 febbraio 2015, a cura di p. Serafino Lanzetta.
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P. Serafino Maria Lanzetta (1977), frate francescano dell’Immacolata, è docente di teologia dogmatica presso l’Istituto teologico "Immacolata Mediatrice" dei Francescani dell'Immacolata. È rettore della Chiesa di Ognissanti in Firenze e dal 2006 dirige la rivista teologica «Fides Catholica».

Dopo la proiezione della relazione, faremo una condivisione degli aspetti emersi.

P. Serafino, nel video, risponde a questi quesiti:
  1. Il Peccato originale è storico? È un fatto reale, avvenuto?
  2. Dio perdona sempre e senza limiti? La misericordia copre tutti i peccati?
  3. Perché sofferenza dei bambini?
  4. L’Inferno è una libera scelta o un castigo definitivo?
  5. Spiegare meglio l’errore di Lutero (peccato entra in Dio)
  6. Che differenza c’è tra inferi e inferno?
  7. sembra che qualcuno sia predestinato a soffrire. Certi peccatori pubblici se la godono. Perché?
  8. Dio non ha creato il migliore dei mondi possibili. Perché? Avrebbe potuto creare di meglio? È deliberatamente imperfetto?
  9. Ma può essere che qualche malattia è causata, o è collegata con il peccato?
  10. Perché ci sono i terremoti? Le calamità naturali? 
  11. Perché Dio guarisce alcuni sì ed altri no?
  12. Il male dipende dal peccato originale. Ma il male sulla terra c’era anche prima della comparsa dell’uomo. Come si spiega?
  13. E' colpa di Dio se c’è il male?

28 aprile 2015

Eresie attuali anche in seno ai credenti cattolici. 2° Parte

Eresie attuali  - Parte II°

Desidero elencare alcune eresie che potrebbero essere inconsapevolmente credute anche da chi si dice cattolico, apostolico.
In questa seconda parte, vi sono alcune di epoca protestante, ma che possono aver condizionato il pensiero di qualche cattolico odierno.
Chiediamo luce allo Spirito Santo.

Le descrizioni sono tratte in parte da eresie.it

Giansenismo:

Jansen pensava che l'uomo fosse irrimediabilmente corrotto e indotto al male dalla concupiscenza, trasmessa in maniera ereditaria anche ai bambini innocenti, e, nonostante il libero arbitrio, l'uomo non era capace altro che di peccare: quindi, senza la grazia divina, per l'uomo era impossibile obbedire ai voleri divini.
All'atto della creazione, Dio aveva dotato Adamo di una grazia "sufficiente",  ma l'uomo l'aveva persa per sempre a causa del peccato originale. In seguito Dio aveva deciso di donare, con una scelta che non poteva, e non può, essere compreso da parte dell'uomo, la grazia "efficace" (a vincere il peccato) solo ai predestinati, giustificati per fede, ma anche, contrariamente al credo protestante, grazie alle opere buone. 
 Per il giansenismo, invece, la grazia e la volontà dell'uomo giusto si compenetravano in maniera tale che la volontà diventava parte della divinità stessa.
La teologia, sostanzialmente pessimista, del giansenismo si rifletté soprattutto nella sua moralità, piuttosto severa e rigorosa, in contrasto con il cosiddetto lassismo dei gesuiti.


Luteranesimo:

La dottrina di Lutero si riassume nelle tre citazioni: sola fide (l'uomo ottiene la propria salvezza solo con la fede, e non con il suo agire o le sue opere), sola gratia (la fede è un esclusivo dono della grazia di Dio) e sola scriptura (la fede trova il suo fondamento solamente nella Parola di Dio, la Sacra Scrittura, e non già nella sua interpretazione, nella mediazione da parte del Magistero della Chiesa o nella Tradizione storica). 
Il rifiuto della Tradizione porta i luterani ad accettare solo due sacramenti, il battesimo e l'eucaristia, poiché sono gli unici direttamente citati dai Vangeli. In particolare, per quanto riguarda la Comunione, i luterani credono che vi è la reale e sostanziale presenza del corpo e sangue di Cristo nel pane e vino e che, dopo la consacrazione, le sostanze degli uni e degli altri coesistono in unione tra loro. Questo è definito consustanziazione: nel sacramento eucaristico il pane e il vino al tempo stesso mantengono la loro natura fisica e divengono anche sostanza del corpo e del sangue del Cristo.  Si contrappone alla:
1)  Dottrina Cattolica della transustanziazione, vale a dire la conversione in toto della sostanza del pane e vino nella sostanza del corpo e sangue di Cristo, mantenendo invariato solo l'aspetto esteriore.
2)  Dottrina Zwingliana del simbolismo o valore solo simbolico della Cena del Signore, considerata solo una solenne commemorazione della morte di Cristo, la Sua presenza spirituale ma non la Sua presenza reale.
3)  Dottrina Calvinista (compromesso tra la posizione luterana e quella zwingliana) della Comunione vista come una reale partecipazione alla carne e al sangue di Gesù Cristo, anche se ciò non significa una presenza locale di Cristo nell'Eucaristia, poiché Egli può essere solo in cielo.


Calvinismo:

come Lutero sosteneva la sola scriptura (la fede trova il suo fondamento solamente nella Parola di Dio, la Sacra Scrittura) e la sola fide [l'uomo non può assolutamente concorrere alla propria salvezza: questa non dipende dall'agire umano o dalle sue opere (come, ad esempio le indulgenze), ma si ottiene solo con la fede], ma sostituì la sola gratia (per Sua grazia Dio magnanimo salva l'uomo peccatore attraverso Cristo) con la soli Deo gloria: l'ubbidienza alla volontà di Dio deve essere assoluta, perché Egli è sovrano di tutto il creato e determina il corso degli avvenimenti.
Da questo convincimento derivò la dottrina della predestinazione: Dio, grande ed eterna saggezza, misterioso quindi incomprensibile, ha stabilito che ad alcuni uomini è stata predestinata la vita eterna ed ad altri la dannazione eterna. Ed in particolare alla vita eterna era predestinata, secondo Calvino, la comunità dei santi, di quei fedeli cioè che credevano come un atto di fiducia, che si comportavano rettamente, partecipavano alla vita pubblica, obbedivano alle autorità e desideravano di partecipare alla Santa Cena.
Considerò, come Lutero, validi solo i sacramenti del Battesimo e dell'Eucaristia, che erano testimonianza della grazia di Dio, e non solamente cerimonie commemorative, come preteso da Zwingli. Per il Battesimo, co riuscì a giustificare il battesimo dei fanciulli, in contrapposizione agli anabattisti e senza dover citare la tradizione storica ed il concetto del peccato originale, base della dottrina cattolica sul battesimo.
Per quanto riguardò, invece, il dibattito sull'effettiva presenza di Cristo nell'Eucaristia, Calvino considerò il Sacramento della Comunione come una reale partecipazione alla carne e al sangue di Gesù Cristo, anche se ciò non significava una presenza locale di Cristo nell'Eucaristia, poiché Egli poteva essere solo in cielo. Questa fu un'abile posizione intermedia tra la consustanziazione di Lutero (vi era la reale e sostanziale presenza del corpo e sangue di Cristo nel pane e vino, che tutti i comunicandi ricevevano, che fossero degni o indegni, credenti o miscredenti) e il simbolismo di Zwingli (la Cena del Signore era solo una solenne commemorazione della morte di Cristo, la sua presenza spirituale).

21 aprile 2015

Eresie attuali anche in seno ai credenti cattolici. 1° Parte.

Eresie attuali - Parte I°

Desidero elencare alcune eresie che potrebbero essere inconsapevolmente credute anche da chi si dice cattolico, apostolico.
Chiediamo luce allo Spirito Santo.

Le descrizioni sono tratte in parte da eresie.it

Modernismo, condannato nel 1907 da san Pio X, è ancora la più sostenuta oggi (pensa a Vito Mancuso):

I punti della dottrina modernista, criticati dalla Chiesa cattolica, sono:

  • L’agnosticismo, secondo il quale non si hanno, dal punto di vista scientifico e conoscitivo, adeguati strumenti razionali per affermare o negare la realtà di Dio. Secondo Kant, autore molto studiato dai modernisti, l'esistenza di Dio è richiesta dalla realizzazione del sommo bene, cioè dell'unione di virtù e felicità, che non si verifica per il gioco delle leggi naturali.
  • Il concetto che la Verità e i dogmi della Chiesa si evolvano con l’evoluzione dell’uomo stesso.
  • La negazione della trascendenza di Dio rispetto al creato.
  • La mancanza di riferimenti alla divinità di Gesù Cristo (presente solo nella coscienza del credente) e a quella della Chiesa (derivata dall'esperienza collettiva).
  • La coscienza del singolo vuole risolvere da solo i problemi della fede.
  • Quindi la soggettività della verità e la relatività di tutte le sue formule possono portare ad un tipo di gnosticismo strisciante, dove si aderisce a tutte le forme della verità attraverso un principio unico.



Pelagianismo:

 Secondo Pelagio, gli uomini non erano predestinati, ma potevano, invece, solamente con la propria volontà (liberum arbitrium) e per mezzo di preghiere ed opere buone, evitare il peccato e giungere alla salvezza eterna: non era necessario quindi l'intervento della Grazia divina.
Il pelagianismo inoltre negava la trasmissione del peccato originale, che aveva danneggiato solo Adamo e non tutto il genere umano.
 Poiché non sussisteva il peccato originale, il battesimo era visto da P. solamente come un momento di accoglimento nella Chiesa: quindi, se il bambino moriva senza battesimo, era ugualmente accolto in paradiso.

Nicolaiti:

"Tuttavia hai questo di buono: tu detesti le opere dei nicolaìti, che anch'io detesto."     (Gesù in Apocalisse 2,6)
Non ammettono la divinità di Cristo. Praticano una Fede solo interiore, senza pratiche esterne. Si dedicano quindi all'idolatria e al libertinismo. Nel medioevo furono detti Nicolaìti gli oppositori del celibato ecclesiastico.


Arianesimo:

Il fulcro dell'arianesimo era la negazione della consustanzialità (stessa sostanza o homooùsios) del Figlio con Dio Padre. Secondo Ario, il Padre era eterno, la sorgente, in altre parole, non originata di tutta la realtà, mentre il Figlio, sebbene fosse il primo nato fra tutte le creature e il creatore del mondo, era dissimile (anòmoios) ed inferiore al Padre in natura e dignità, perché generato e creato dal Padre stesso, prima di tutti i tempi. "Ci fu un tempo in cui il Figlio non c'era", come recitava una frase molto citata di Ario.



Nestorianesimo:

Nestorio ricusò il titolo di Theotòkos (in greco, Madre di Dio, il 1° dogma mariano). Egli era, infatti, convinto che esistessero due persone separate nel Cristo incarnato, l'uno Divino e l'altro umano, cioè le due nature erano solo congiunte, mentre negò che ci fosse un'unione ipostatica fra le due nature.

5 aprile 2015

PASQUA

BUONA PASQUA


Il passaggio dalla morte alla vita è avvenuto. Vi auguriamo una Buona Pasqua con le parole di San Paolo (1Cor 15):



Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. [...]

Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.[...]
Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l'uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l'uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste.[...]
Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:

La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?

Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge.
Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.