16 settembre 2025

Giornata di digiuno e preghiera per la pace - 29 settembre 2025

dal sussidio del consiglio regionale

OFS Abruzzo ha scelto questa giornata per digiunare e pregare insieme per ricordarci che il nostro Serafico Padre San Francesco, aveva grande devozione per i tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. In particolare viveva per San Michele Arcangelo un tempo di quaresima in profonda riverenza e spirito di penitenza.

Secondo S. Bonaventura: 

“Due anni prima della sua morte, avendo iniziato un ritiro di Quaresima in onore di San Michele sul monte La Verna, [Francesco] sentì come mai prima d’ora la dolcezza della contemplazione celeste, un vivo desiderio spirituale e un’abbondanza straordinaria di grazie”


La tradizione della Quaresima di San Michele è stata mantenuta viva dai francescani nel corso dei secoli, arrivando fino a noi e diventando popolare anche tra gli stessi fedeli. Questa devozione è un’occasione unica per immergersi nella preghiera e abbracciare la penitenza, proprio come fece San Francesco, per avvicinarsi sempre di più a Nostro Signore.

Ripercorriamo un altro passaggio della “Vita” del Celano, sul santo:

Ripeteva spesso che si deve onorare in modo più solenne il beato Michele, perché ha il compito di presentare le anime a Dio. (...) E diceva: ‘Ciascuno a onore di così glorioso principe dovrebbe offrire a Dio un omaggio di lode o qualche altro dono particolare. (FF 785).

  Fu proprio per via di questo legame che il santo di Assisi, nel 1216, si recò pellegrino a piedi al già famoso santuario di Monte sant'Angelo al Gargano dove, in una grotta, secondo un'antichissima tradizione, l'Arcangelo era apparso e si era manifestato. La leggenda, narra che il Poverello d'Assisi, giunto alla soglia della grotta, non sentendosi degno di entrarvi, si fermò in preghiera e in raccoglimento all'ingresso e baciando ripetutamente la terra incise su una pietra il segno di croce in forma di "T" (Tau). Questo segno ancora oggi è visibile, venerato come una reliquia del suo passaggio per il famoso sito religioso. Presso la porta della grotta, a sinistra, fu poi eretto un altare in onore del santo a ricordo del suo pellegrinaggio.

   Sappiamo che per prepararsi alla festa di San Michele, Francesco osservava addirittura una sua speciale e personale quaresima.
Fu proprio durante uno di questi ritiri in onore del santo Arcangelo, che ricevette le stimmate sul monte della Verna (nel 1224). Così pure il Poverello, nelle preghiere che ci ha lasciato, ricorda più volte l'Arcangelo combattente.

Lo invocava con questa semplice preghiera:

Temete il Signore e rendetegli onore. Il Signore è degno di ricevere la lode e l'onore. Voi tutti che temete il Signore lodatelo. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Lodatelo, cielo e terra. Lodate, o fiumi tutti, il Signore. Benedite, figli di Dio, il Signore. Questo è il giorno che ha fatto il Signore, esultiamo e rallegriamoci in esso. Alleluia, alleluia, alleluia! Il Re di Israele. Ogni vivente dia lode al Signore.

Lodate il Signore perché è buono;
voi tutti che leggete queste parole, benedite il Signore. Creature tutte, benedite il Signore.
Voi tutti, uccelli del cielo, lodate il Signore.
Tutti i bambini, lodate il Signore. Giovani e fanciulle, lodate il Signore.
Degno è l’Agnello che è stato immolato
di ricevere la lode, la gloria e l’onore.
Sia benedetta la santa Trinità e l’indivisa Unità.
San Michele arcangelo, difendici nel combattimento.


Preghiamo, digiuniamo e facciamo penitenza affinché il dono della pace sia concesso a quanti ne sono privi.
In questo momento di preghiera vogliamo ricordarci l’importanza del digiuno.

Il digiuno, per San Francesco d'Assisi, aveva un significato profondo e multiforme, radicato nella sua esperienza spirituale e nella sua visione della vita cristiana. Non era una semplice astensione dal cibo, e ci sono almeno cinque aspetti che spiegano bene quale è il senso che il santo di Assisi vuole dare all’atto del digiuno.

MEZZO DI CONVERSIONE
Il digiuno era un esercizio spirituale che permetteva a Francesco di allontanarsi dalle tentazioni del mondo e di rivolgere il suo cuore completamente a Dio. Era un modo per "dire no" ai propri desideri egoistici e "dire sì" alla volontà divina.

POTENZIAMENTO DELLA PREGHIERA
Il digiuno, secondo Francesco, rendeva la preghiera più intensa e profonda. Astenersi dal cibo favoriva la concentrazione e l'ascolto della Parola di Dio.

PURIFICAZIONE DELL’ANIMA
Il digiuno era visto come una pratica ascetica che purificava l'anima, liberandola dalle passioni e dai desideri mondani.

SOLIDARIETA' CON I POVERI
Digiunare significava condividere la sofferenza di coloro che non avevano cibo a sufficienza, manifestando così un profondo senso di compassione e di giustizia sociale.

IMITAZIONE DI CRISTO
Francesco, nel digiunare, si univa a Gesù Cristo, che aveva digiunato per quaranta giorni nel deserto. Questo gesto era un'espressione della sua devozione al Signore e del suo desiderio di seguirlo sempre più da vicino.


Dunque, il digiuno per San Francesco non era un mero esercizio fisico, ma un cammino spirituale che lo portava verso una sempre maggiore unione con Dio e con i suoi fratelli. Era un modo per vivere la povertà evangelica, per esercitare la virtù della rinuncia e per approfondire la propria relazione con il prossimo.